Foto di studenti intenti a svolgere l'esame

L’inutilità dell’esame di maturità

Da mesi sostengo che l’esame di maturità sia una delle maggiori fonti di ingiustizia nel sistema scolastico italiano.

Prima di esporre questa idea, ho atteso di confrontarmi con esso, in modo da verificare che le mie supposizioni avessero una certa validità.

Come avevo previsto, la mia opinione a riguardo non è cambiata.

In primo luogo, mi chiedo come quattro prove possano contribuire in misura determinante alla definizione del giudizio complessivo relativo a un percorso lungo cinque anni, costellato di infinite prove scritte ed orali che, a mio parere, sono più che sufficienti per valutare le conoscenze degli alunni.

Per questo motivo, ritengo che sottoporre gli studenti ad un esame finale e a un relativo carico di studio disumano sia una inutile barbarie.

In secondo luogo, mi pare evidente come questo sistema possa portare a valutazioni non corrispondenti all’impegno profuso negli anni precedenti.

Infatti, chi è stato ammesso agli esami per il rotto della cuffia ha la possibilità di ottenere un voto più alto di chi, per quanto più dotato e responsabile, è stato penalizzato durante l’esame dall’emozione o da sfortunate coincidenze.

Qualcuno potrebbe obiettare che l’esame di stato è un modo per controllare che le valutazioni assegnate dai singoli istituti non siano falsate, grazie all’impiego dei commissari esterni.

Tuttavia, come ho potuto verificare, anche l’unica giustificazione possibile all’esistenza dell’esame di maturità è stata smentita dalla realtà dei fatti.

Non resta che sperare che chi ha potere decisionale ponga fine a questa insensata consuetudine.